Casa nera – Alberto Bertagna, Sara Marini

 

La casa è stata progettata in un’area in pendenza da tempo in attesa di edificazione. All’orizzonte c’è il centro storico della cittadina marchigiana, alle spalle la collina è più impervia. La committenza ha posto come prima richiesta una netta separazione tra la zona notte, la zona giorno e uno spazio per ricevere gli amici che fosse direttamente connesso con il giardino. La residenza doveva intrattenere chiare relazioni con lo spazio aperto e allo stesso tempo garantire la privacy.
Si è deciso di definire un volume lungo e stretto: largo 6 metri e lungo 23. La casa è stata posizionata a leggere la pendenza del lotto e a collegare la strada d’accesso con la quinta di querce. Il lungo vagone espone così i suoi lati lunghi uno al sole del sud, l’altro ai venti del nord. Il programma funzionale è stato semplicemente distribuito su tre livelli: la zona notte è al primo piano, quella giorno al piano terra, lo spazio per le feste e il relax nel seminterrato dal quale si accede al giardino. L’edificio sul fronte strada accoglie il garage e si presenta come disegnato da un bambino. Verso la scarpata la quinta di querce esistente fa da quarto prospetto. L’accesso principale è posto sul lato lungo a sud e mette in scena una sorta di rituale: percorrendo un “ponte” si può arrivare quasi a toccare le chiome delle querce o si può decidere di entrare.
La casa è rivestita di ardesia, mentre dentro è quasi completamente bianca. L’esterno registra, grazie alla sensibilità del materiale, le scelte dell’orientamento (il lato nord è caratterizzato da un nero sempre intenso della pietra, quello sud narra l’azione schiarente del sole), l’interno si propone come luogo neutro per mettere in potenziale le variazioni di luce.
Di notte la casa nera si confonde con il buio, del disegno dell’architettura restano solo le grandi finestre illuminate.