CASA CATTIVA

 

Michelangelo Pivetta

 

Qui, l’esercizio ha prodotto da un esaedro regolare, contenitore ieratico in cui le rare brecce misurano distanze e rapporti compositivi tra interno ed esterno;
Il basamento è principio dell’edificio, è attraverso esso che l’edificio si rapporta solidamente con la terra, frammentato in tre diversi volumi, separati da spazi che per assenza rappresentano altri volumi ipotetici.
Il piano superiore è contenuto nel solido, indifferente e opposto al tutto, appoggiato per punti ai brani murari sottostanti.
Incassato in sommità vi è un giardino segreto fatto da un lastrico di pietra, un prato e un albero di cedro, ad ampliare verso l’infinito quella casa che ai piani sottostanti rimane costretta dalle liaison dangereuse con il contesto.
In fondo questa casa non è solo un’abitazione, una fortezza o un’arca, ma forse solo l’ennesima ricerca di una forma di rappresentazione dell’architettura, o già affermazione dell’immanente sua vocazione a divenire primo, solitario tassello di un nuovo possibile paesaggio rivale.
Foto di Fabio Mantovani