TOKIO VIEW

 

Habitat urbano di una terra nata da una spada di corallo.
Habitat urbano antropizzato, ambienti costruiti, alterati e dimensionati all’uomo.
C’era una volta il Giappone. E il Giappone era tutte le cose, belle e lontane, migliori, lente e circolari, veloci in treni velocissimi, moltiplicate e tanto ordinate da scomparire.
Inimitabili. Gigantesche imitazioni di un mare mai solamente buono. Il mare Occidente.
C’era una volta l’habitat urbano Giapponese e l’uomo giapponese.
E’ rimasto l’uomo e quella conoscenza antica mai vana, vasta, distesa sul mare calmo. Il mare Orientale. Gente orientale. Tutte le volte ci sarà il Giappone: in chi fa, in chi non si ferma, in chi attende solo un segnale, il verde, in chi viaggia correndo sul posto.
Giappone previsto. Imprevisti annunciati.
Giappone inquadrato. Il quadrato ha perso due delle tre dimensioni.
Giappone preso. Venuto dal mare, ritorna al mare. E il mare si ritira, lasciando terra, fili elettrici e occhi senza ciglia mai tristi, nati mesti, in attesa che la spada torni a disegnare. Nel cuore di corallo rosso.
Testo: ©Stefania Guerra